
Dieci mosse per aiutare chi soffre di un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)
Quando un famigliare si ammala di un disturbo psicologico spesso il vissuto degli altri membri è di disorientamento e incomprensione. Allo stesso tempo, chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, non sempre si sente aiutato da familiari e amici.
Chi sta vicino a una persona affetta da un disturbo, anche se animato dal desiderio affettuoso di essere di aiuto, non sempre riesce ad agire nei suoi confronti in modo positivo. E a lungo andare, i familiari possono vedere frustrati i loro tentativi di aiuto. Spesso i parenti del paziente dicono:” le abbiamo provate tutte: il supporto e la pazienza, il distacco, le arrabbiature, la determinazione”; non sappiamo più cosa fare e come comportarci”.
E’ probabile che questi vissuti si manifestino indipendentemente dal tipo di disturbo psicologico del famigliare, ma più importante è la gravità del disturbo, maggiori possono essere le difficoltà dei parenti nel gestire quotidianamente la malattia del loro caro.
In questo articolo è preso in considerazione il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Il DOC come altri disturbi d’ansia è caratterizzato anche da crisi d’ansia e evitamento degli stimoli temuti, oltre che da rituali e compulsioni.
Può succedere che la risposta di fronte a tali comportamenti sia di minimizzare o considerare non appropriate le reazioni emotive del paziente o le sue difficoltà nell’affrontare le situazioni temute. Tuttavia per una persona che soffre di un DOC può, essere molto importante ricevere il sostegno e l’aiuto dei familiari.
Per questo motivo si propongono alcuni consigli per facilitare la gestione della quotidianità di chi vive con chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), suggerimenti integrabili con l’eventuale percorso terapeutico che il suo familiare andrà ad intraprendere o che ha già iniziato.
Questi suggerimenti sono sintetizzati in dieci passi:
1) Informarsi
Se ci si accorge che un proprio familiare o amico manifesta un disturbo ossessivo-compulsivo, un primo suggerimento è di informarsi e documentarsi sul problema per agire nel modo più adeguato.
In primo luogo, può essere di aiuto parlarne con calma spiegandogli che si tratta di una patologia che affligge oltre a lui anche altre persone; infatti il DOC è molto diffuso fra la popolazione generale e che ci sono cure specifiche psicoterapiche e farmacologiche in grado di aiutarlo.
2) Aiutare il familiare a parlare del suo problema
Chi soffre di un DOC, abitualmente è consapevole dell’irrazionalità delle proprie ossessioni e/o compulsioni. Di solito, almeno inizialmente è difficile che ne parli in modo spontaneo, la persona, in genere, se ne vergogna o si sente in colpa e di solito tende a mascherare i suoi comportamenti anche alle persone vicine.
Di conseguenza, la richiesta di un intervento specialistico può avvenire molto tempo dopo l’insorgenza del disturbo, quando ha già influito negativamente sulla vita della persona nei suoi vari contesti (lavorativo, familiare, relazionale).
3) Superare i pregiudizi e i luoghi comuni
Ancora oggi esistono dei pregiudizi intorno alla figura dello psicologo o psicoterapeuta intesi come il “medico dei pazzi” oppure nei confronti di chi va dallo psicologo, giudicato come un “debole” o perché si fa un “sacco di menate”.
Queste sono convinzioni distorte che portano alla sotto valutazione del disturbo, in questo senso sarebbe opportuno aiutare il vostro familiare, sostenendolo nella sua scelta di rivolgersi ad uno Psicoterapeuta esperto nel trattamento del DOC.
4) Non minimizzare le preoccupazioni e paure di chi è affetto da un DOC.
Non è opportuno sottovalutare le ossessioni e/o i rituali
Non pretendere che il vostro familiare non metta in atto questi comportamenti.
Forzare in questo modo il vostro familiare può causare un’amplificazione delle emozioni negative come l’ansia e la paura e con esse le ossessioni e compulsioni.
Il vostro caro se “costretto” ad interrompere o non eseguire il suo rituale, potrebbe sperimentare rabbia, senso di frustrazione o non sentirsi compreso e in reazione a ciò possono innescarsi reazioni di aggressività. Inoltre, spesso la persona è già consapevole dell’assurdità dei propri comportamenti, non è utile farglielo notare.
5) Ma anche un po’ di humour può aiutare
Allo stesso modo, nei momenti in cui, la persona è più tranquilla, può essere utile usare un po’ di umorismo. Ciò aiuta a sdrammatizzare e rendere meno importanti i comportamenti compulsivi, permettendo alle persone di vedere dall’esterno con un po’ di distacco le proprie paure. Attenzione, però, a non prendere in giro gli atteggiamenti del famigliare e ridicolizzare i suoi sintomi.
6) Sostenere la psicoterapia e il suo percorso di cura dal DOC
Quando il percorso terapeutico è avviato, il supporto di familiari e amici è sempre importante e necessario. Questo significa dare fiducia agli accorgimenti terapeutici.
Sostenere la terapia diventa fondamentale soprattutto quando ancora non si sono manifestati i miglioramenti ed il vostro caro può mostrare momenti di sconforto. Inoltre, è opportuno manifestare un atteggiamento di sostegno e non colpevolizzante anche se il vostro caro sembra non fare passi avanti.
Sostenete il suo percorso dicendogli di avere pazienza perché la terapia può avere tempi lunghi prima di fare effetto.
Abbiate pazienza anche voi: concedetegli lo spazio e il tempo per uscire dal suo problema e siate accettanti, ma non rassegnati, pensando che la persona colpita non potrà mai uscire dai sintomi del DOC.
Anche la vostra ansia è giustificata: è normale essere preoccupati quando qualcuno vicino a voi soffre di un disturbo psicologico.
Apprezzate i piccoli passi: se il vostro familiare riesce anche solo in parte a raggiungere un obiettivo consideratelo come una conquista piuttosto che un fallimento. E’ di aiuto rinforzare i passi in avanti compiuti come ad esempio la riduzione dei comportamenti di controllo e verifica oppure della durata dei lavaggi.
7) Non farsi coinvolgere nei “rituali”
Sarebbe opportuno, per quanto possibile, evitare di assecondare la richiesta del familiare di partecipare in qualche modo al suo rituale.
A volte succede che le persone affette da DOC, chiedano a chi vive con loro di controllare se hanno eseguito correttamente i controlli (chiusura del gas, ecc.) oppure il lavaggio delle mani e/o di altri oggetti. Spesso questo succede con richieste continue di rassicurazione ma alla fine insoddisfacenti perché alleviano per poco tempo l’ansia del paziente, aumentando nel tempo la complessità dei rituali in un crescendo di comportamenti disfunzionali.
Il consiglio è di comportarsi per quanto possibile con una certa flessibilità e tolleranza dando sostegno nei momenti più critici e quando la persona mostra anche piccoli miglioramenti, ad esempio nei rituali, incoraggiare a una resistenza attiva nei confronti di tali azioni.
Alle richieste di rassicurazione è comunque opportuno fornire risposte semplici e chiare per evitare di innescare nuovi dubbi e ruminazioni aumentando la spirale di ricerca di successive rassicurazioni e comportamenti compulsivi.
8) Meglio che vi riesce, restate calmi nei momenti critici
Quando il vostro caro non sta bene, cercate di non farvi prendere dal panico e dall’ansia. Nel possibile, comunicate in modo chiaro, con un ascolto attento ai bisogni del vostro familiare in quel momento.
Sarebbe opportuno non fare interpretazioni circa le sue necessità: chiedete direttamente quali sono i suoi bisogni e se richiesto, offrite il vostro supporto. Potrebbe essere di aiuto usare una comunicazione del tipo:
– Dimmi di cosa hai bisogno in questo momento
– Puoi farcela, non importa come ti senti
– Lo so che ciò che stai provando ora è doloroso, ma non è pericoloso
– Tu sei coraggioso/a
9) Non sminuire o banalizzare le difficoltà del vostro familiare
Nei momenti più critici e di fronte ad una persona bloccata nella sue paure, si pensa erroneamente, che “scuotendola” ed esortandola a reagire, la persona possa superare spontaneamente il problema. In realtà è utile considerare che in quel momento la persona ha uno stato mentale inadeguato che non gli permette di rispondere in modo razionale al problema.
E’ opportuno quindi evitare di usare interventi tipo:
– Non essere ansioso/a
– Non esagerare, controllati
– Calmati
– Devi reagire
– Cerca di sforzarti
– Non essere prigo/a
– Devi sforzarti di combattere contro questa situazione
– Non essere ridicolo/a
– Non essere vigliacco/a
10) Mantenete una routine familiare dedicando del tempo anche a voi stessi
Per il vostro familiare può essere di aiuto vedere intorno a sé un ambiente per quanto possibile normale. Sarebbe opportuno, per chi vive con una persona con DOC, che sia condizionata il meno possibile dai suoi rituali e comportamenti compulsivi. Il suggerimento è che, al di fuori delle fasi più acute, sarebbe utile mantenere lo stesso stile di vita, quindi se è abitudine ricevere amici a casa, continuate a farlo; oppure usate il bagno e la cucina senza preoccuparvi di sporcare, usate la casa come avete sempre fatto.
Infine, riservatevi degli spazi di svago per voi stessi senza eccessivi sensi di colpa. Sarebbe utile mantenere le relazioni sociali e continuare a seguire i propri interessi e passioni. Ciò può aiutare ad alleggerire lo stress e la tensione legate alla malattia del vostro familiare e a disporre di più energie per sostenere il vostro caro nei momenti più faticosi.
In conclusione, questi suggerimenti non hanno la pretesa di risolvere “tout court” i problemi che incontrate quotidianamente con il vostro caro affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Tali indicazioni possono rappresentare una guida per favorire la riduzione dei contrasti e delle tensioni che spesso avvengono nei rapporti quotidiani con questi pazienti ma in particolare per aiutare il vostro caro affrontare al meglio il suo percorso di cura del DOC.
Articolo a cura dott. Fausto Girone Psicoterapeuta Milano. Riproduzione non consentita.
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