iper controllo nelle relazioni di coppia

L’iper-controllo nella coppia: cosa rivela e quando diventa un problema

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Uomini e donne, in modi diversi, cadono spesso nella trappola dell’iper-controllo relazionale: voler sapere,
prevedere e gestire ogni reazione dell’altro. Ma dietro questo bisogno di certezza si nasconde ansia, paura e mancanza di fiducia.
Scopri cos’è, a cosa porta e come interrompere il ciclo di controllo. Leggi anche Terapia di Coppia: esempi di comunicazione disfunzionale e come migliorare .

Cos’è l’iper-controllo nella coppia

L’iper-controllo è la tendenza a voler gestire e monitorare ogni aspetto della relazione: emozioni, pensieri, comportamenti e scelte del partner.
È un meccanismo che nasce da insicurezza e paura della perdita, e si manifesta in entrambi i sessi con modalità diverse.

  • Negli uomini: bisogno di controllo sulle azioni o sulla sessualità del partner.
  • Nelle donne: controllo emotivo e bisogno di conferme costanti.
  • In entrambi: paura di perdere il controllo della relazione o di essere feriti.

Iper-controllo e ansia relazionale: cosa si nasconde dietro

Il controllo è una strategia di difesa: serve per ridurre l’ansia, ma nel lungo periodo la alimenta.
È il sintomo di una paura profonda di non essere sufficienti, di essere traditi o abbandonati.

Psicologicamente, l’iper-controllo è correlato a:

  • Ansia da attaccamento – paura di perdere il legame affettivo.
  • Bassa autostima – bisogno di approvazione e validazione continua.
  • Disturbo ossessivo-compulsivo di relazione (ROCD) – ruminazione e verifica costante del rapporto.
  • Esperienze di tradimento o rifiuto – sfiducia generalizzata e bisogno di “controllare per non soffrire”.

Cosa succede quando il controllo prende il sopravvento

Nel breve periodo il controllo sembra rassicurante, ma nel tempo diventa un veleno relazionale:
soffoca la spontaneità, aumenta il sospetto e mina la fiducia reciproca.

Comportamento di iper-controllo Motivazione nascosta Effetto immediato Conseguenza a lungo termine
Controllare messaggi, orari o attività social Paura di tradimento o esclusione Sollievo momentaneo Calo di fiducia e aumento di tensione
Chiedere conferme continue (“mi ami?”, “sei felice?”) Bisogno di sicurezza e autostima fragile Riduzione dell’ansia Dipendenza emotiva e frustrazione reciproca
Controllare emozioni e reazioni del partner Paura del conflitto e bisogno di armonia forzata Apparenza di equilibrio Accumulo di rabbia e disconnessione emotiva

Quando l’iper-controllo diventa un problema serio

L’iper-controllo nella coppia non è di per sé una “patologia”, ma diventa un problema serio quando limita la libertà emotiva di uno o di entrambi i partner e inizia a influire sul benessere quotidiano.
Il campanello d’allarme suona quando il controllo non è più una scelta consapevole ma una reazione automatica all’ansia.

  • Il pensiero del partner occupa gran parte della giornata, generando stress o insonnia.
  • Ogni distanza, anche minima, viene percepita come una minaccia.
  • Il bisogno di conferme e verifiche aumenta, nonostante i conflitti generati.
  • La relazione perde spontaneità, fiducia e desiderio.
  • Il partner mostra segni di stanchezza, evitamento o chiusura.

In questi casi il controllo non è più una forma di amore o di cura, ma un meccanismo di difesa disfunzionale che, se non riconosciuto,
può condurre a rotture, dipendenza affettiva o isolamento emotivo.

Quando è il caso di farsi aiutare

È consigliabile chiedere l’aiuto di uno psicologo o psicoterapeuta quando il bisogno di controllo diventa ricorrente,
incontrollabile o genera tensioni costanti nella coppia. Un percorso terapeutico aiuta a comprendere le radici emotive del comportamento
e a sviluppare nuove modalità relazionali basate su fiducia e comunicazione autentica.

  • La terapia individuale aiuta a riconoscere le paure di perdita, rifiuto o tradimento.
  • La terapia di coppia permette di ristabilire confini sani e spazi di autonomia reciproca.
  • Nei casi legati a disturbo ossessivo-compulsivo relazionale (ROCD), la terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
    con esposizione e prevenzione della risposta è tra gli approcci più efficaci.

Farsi aiutare non significa “avere un problema grave”, ma scegliere di comprendere meglio se stessi e la relazione,
per smettere di reagire con il controllo e iniziare a vivere con fiducia e presenza.

Infografica: il flusso dei pensieri nel controllo relazionale

Come nasce e si rinforza il bisogno di controllo.

1

Trigger relazionale

Un ritardo, un messaggio non risposto, un cambiamento di tono o distanza emotiva.

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2

Pensiero intrusivo

“Cosa sta facendo? Perché non mi scrive? Forse si sta allontanando da me?”

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3

Ansia e bisogno di certezza

Aumento di tensione, tachicardia, impulso a verificare o chiedere rassicurazioni.

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4

Comportamento di controllo

  • Controllare chat o posizione.
  • Chiedere “tutto bene?” in modo insistente.
  • Interpretare ogni dettaglio come segnale di allontanamento.
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5

Sollievo temporaneo e rinforzo

L’ansia cala per poco, ma il cervello “impara” che controllare = sentirsi sicuri.

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6

Effetto sulla relazione

Il partner si sente soffocato, aumenta la distanza, si perde la fiducia reciproca.

Come interrompere il ciclo

• Accettare l’incertezza come parte dell’amore  • Parlare apertamente delle paure senza accuse
• Limitare le verifiche  • Coltivare autonomia individuale  • Terapia di coppia se il controllo è cronico

Come trasformare il controllo in fiducia

  • Riconoscere che non esiste relazione senza rischio: la fiducia implica vulnerabilità.
  • Imparare a tollerare l’incertezza e a comunicare le paure senza invadere l’altro.
  • Costruire spazi di autonomia personale dentro la coppia, senza vissuti di abbandono.
  • Praticare tecniche di grounding e mindfulness per gestire l’ansia senza agire il controllo.
  • Se il comportamento è persistente, valutare un percorso con uno psicoterapeuta o sessuologo.

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Fuse

Il dr. Fausto Girone è Psicologo-Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale e terapeuta EMDR – I e II Liv. – (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). E’ socio ordinario S.I.T.C.C. e dell’ Associazione EMDR Italia.
Specializzazione quadriennale in Sessuologia Clinica conseguita presso A.I.S.P.A Milano

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